Pennelli, pennarelli e decorazioni in tattoo-style. Intervista a Federica di La Luz
La Luz è l’illuminazione. Non quella che cade dall’alto, ma quella che hanno le persone che non si accontentano e ripartono, anche da zero. Anzi no, ripartono dalla loro inventiva e creatività. La passione per il tatuaggio tradizionale e la pittura completano il profilo.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Federica che decora e dipinge a mano un sacco di belle cose.
Ciao Federica, presentati tu ai nostri lettori. Chi sei e che cosa fai?
Sono una ragazza di 31 anni, laureata in comunicazione e appassionata di tatuaggi.
Ho sempre disegnato e dipinto sin da bambina (una volta, a 6 anni, ho pasticciato tutti gli interni della macchina di mio padre!), ho sempre amato realizzare quadri o dipingere su vari oggetti da regalare agli amici per il loro compleanno.
Con La Luz sto provando a reinventarmi, a ricominciare da zero facendo qualcosa che amo davvero, che mi fa sentire realizzata.
Come nasce la tua La Luz e che cosa fa? Il nome che hai dato alla tua attività ci piace molto, ci spieghi come e perché lo hai scelto?
Non ricordo il momento esatto in cui l’ho deciso, ma potrei riassumere la scelta del nome del marchio con una frase celebre:“Fratello, hai visto la luce??”.
Naturalmente non parlo di apparizioni divine, semplicemente di un’illuminazione.
Stanca di accontentarmi dell’ennesimo lavoro precario, insoddisfacente e mal pagato, ho capito che in una situazione economica in cui trovare un impiego decente sembrava un’impresa impossibile, era necessario inventarsi qualcosa, DOVEVO inventarmi qualcosa!
Così ho deciso di tentare, buttandomi in qualcosa che mi stimolasse a livello creativo e che potesse diventare effettivamente un lavoro: ho unito la mia passione per i tatuaggi a quella della pittura, iniziando a dipingere a mano su accessori, capi d’abbigliamento e scarpe ispirandomi ai soggetti della cultura del tatuaggio tradizionale (rose, pugnali, ancore, pantere, velieri..).
Quali tecniche usi per decorare i tuoi oggetti? C’è qualcosa (di tecnico) che ti piace fare più di altro e qualcosa che ti annoia (ma comunque va fatto)?
Diciamo che la tecnica pittorica (se così si può chiamare) è sempre la stessa, quello che cambia è la base, il supporto da decorare. Quando si tratta di dipingere su tela, cotone o altri materiali tessili utilizzo colori appositi per stoffa, che vengono fissati con calore e prodotti specifici, che li rendono resistenti e impermeabili (e soprattutto lavabili a basse temperature). In altri casi utilizzo pittura acrilica, ad esempio su borse e portafogli, sempre aggiungendo uno strato di prodotto specifico, che li protegge dai graffi.
La cosa che amo di più è tracciare i contorni del disegno all’inizio e alla fine della decorazione, sono le operazioni che scandiscono le fasi del lavoro.
Quel che mi annoia è aspettare che il colore asciughi per poter proseguire tra una fase e l’altra, la pazienza non è mai stata il mio forte!
Quanto è importante oggi il “pezzo unico”? Pensi che sia possibile un’inversione di rotta, dallo standardizzato all’artigianale e al personalizzato?
Non sempre è facile trovare chi è consapevole dell’unicità e del valore di un articolo realizzato a mano, ma credo che l’artigianato stia riguadagnando la considerazione che gli spetta; sempre più persone “lasciano” la via della produzione seriale per cercare qualcosa di unico e diverso, e vengono organizzati sempre più eventi e mercatini che ospitano esclusivamente persone creative con tanta voglia di fare e farsi conoscere (come il “Fatto a Mano”, mercatino dell’artigianato di Spotorno, Savona, che viene fatto ogni ultima domenica del mese, al quale partecipo da qualche mese).
E’ facile vendere le proprie creazioni online? Come hai scelto il canale di vendita?
Amo i mercatini, amo quando una ragazza si ferma davanti al mio banchetto e mi dice “Oddio, devo avere quella borsa, sei bravissima!”. Amo poter spiegare come è stato realizzato l’articolo, rassicurare le mamme che i capi resistono al lavaggio, ricevere la prenotazione di un paio di scarpe con un soggetto particolare.
Insomma, il lato umano di questo lavoro è impareggiabile, specialmente quando vendi qualcosa di tuo, che tu stessa ami perché alla fine è una parte di te, e constatare che sempre più persone amano insieme a te quello che fai è davvero gratificante!
Detto questo, il futuro del commercio è sicuramente online: Facebook, Etsy, A Little Market, ognuno può scegliere tra mille piattaforme e-commerce per poter farsi conoscere a livello nazionale e internazionale. Personalmente ho la mia pagina Facebook e sto preparando il sito La Luz, così che il cliente possa facilmente scegliere e comprare direttamente l’articolo che preferisce, oppure mettersi in contatto con me per decidere un design personalizzato.
Anche se devo ammettere che il passaparola tra amici non lo batte nessuno!
Cosa serve per iniziare? L’indispensabile per entrare nel mondo delle creazioni handmade.
Beh, dipende da cosa si vuole realizzare ovviamente. Io ho iniziato dipingendo soggetti tattoo traditional in ciondoli cammeo, quindi ho dovuto cercare le basi/gioiello, le catenine e la resina bicomponente. Online ci sono un’infinità di siti dove cercare.
Quando con La Luz ho deciso di decorare accessori e capi d’abbigliamento sono bastati dei colori per stoffa e un paio di scarpe immacolate. Quel che è indispensabile è lo spazio creativo, è necessario avere una sorta di laboratorio dove potersi sporcare di vernice!
Il sogno da realizzare. Chi vorresti indossasse un giorno, un paio di scarpe, una shopper o avesse tra le mani un oggetto Made in La Luz?
Il massimo sarebbe Kat Von D*! (*tatuatrice messicana molto popolare)
Matita o pennarello?
Uuh, domanda difficile. No, non è vero, pennarello tutta la vita!
Cosa c’è nel tuo laboratorio?
Disordine. Tanto. Ma nel mio disordine riesco a muovermi e lavorare con disinvoltura, cosa che non saprei fare se catalogassi e organizzassi i materiali in maniera ordinata.
Colori, colori, colori e ancora colori. Tele bianche che ogni giorno mi riprometto di dipingere ma che rimangono lì, poiché do la precedenza alle richieste su commissione e agli articoli in vendita.
E poi c’è sempre Magò, una dei miei cani, che si sdraia sempre vicino alla mia sedia mentre lavoro e controlla che faccia le cose per bene.
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